domenica 8 aprile 2012

Quelle di Pasqua sono giornate di eccessi strani


Rassegnazione e tristezza.

Chiesa. Il Cristo è risorto, o meglio, sta per risorgere. Per mascherare un pò la stanchezza data dall'ora tarda. Non siamo abituati a quell'ora tarda per l'accensione del cervello.  Anche i passi che si fanno prima di arrivare in chiesa, come quelli durante l'eucarestia, pesanti come mattoni, ci sentiamo anche un po' appesantiti da quella fatica di Cristo che porta su la croce per il Golgota. Se guardiamo nelle ultime file, si trovano persone assolutamente devote, forse più di quelle nelle prime, sempre chiuse nei pensieri, con il viso, corrugato dalla passione del momento, nascosto tra le mani. Forse qualche lacrima scorre su quelle guance.Bisogna valutare tuttavia che non fanno una brutta figura neanche quelli che stanno morendo di sonno e che, per mascherare lo sbadiglio, si nascondono il viso tra le mani e per l'ossigeno al cervello, lacrimano, non abituati alle ore piccole. Anche la più intrigante delle omelie, nella quale il prete urlando intima di pentirsi che il giorno del giudizio è ormai alle porte, non smuove più gli animi in quello stato catatonico. Quando si arriva a quel livello si resta in chiesa solo per fare presenza, sperando soltanto di avere la lucidità di non russare.



Ingordigia e ubriachezza.

Soltanto qualche ora dopo siamo già a pensare a cosa ci aspetta al prossimo pasto. Abbiamo appena appoggiato il cucchiaino, che abbiamo leccato, non contenti di quel pasto infinito, accanto alla tazzina vuota del caffè e nonostante tutto stiamo già riflettendo su come stupire i prossimi invitati a pranzo\cena\colazione\merenda\brunch pasquale a casa nostra. Siamo tanto nello spirito della festa che non ci rendiamo conto che questa nasce da un periodo di astinenza e penitenza di uomini come noi, vissuti secoli e secoli fa. Nasce da un dolore e da una gioia, ma che non implica necessariamente il mangiare. Sempre mangiare. Mangiare. Obbligatoriamente tanto. Come se un domani sicuramente verrà a mancarci. Cerchiamo di essere un minimo positivi in questo. Mangiamo un po' meno e restiamo un po' più sobri in un momento in cui nessuno si chiede neanche che importanza abbia l'uovo di Pasqua.



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