sabato 24 ottobre 2015

Il Garage Er-México: Maura Mantellino

Negli anni ’80 ho soggiornato per due mesi in Messico: terra famosa per i suoi suggestivi contrasti panoramici: dalle zone costiere alle montagne, dai deserti alle paludi, dai vulcani alle lagune, dalle aree semidesertiche alle praterie. L’ambiente messicano costituisce l’habitat di una svariata moltitudine di specie animali e vegetali: dagli animali feroci a quelli più mansueti come lo scoiattolo. Il suo territorio si suddivide in tre parti: il Messico continentale con il bellissimo altopiano delimitato da una parte dalle montagne e dall’altra dai vulcani; la splendida penisola della Baja, desertica e montuosa e l’indimenticabile penisola dello Yucatan.
E’ una terra ricca di storia e di cultura ed è meraviglioso perdersi nella visita di siti archeologici di civiltà scomparse di immenso valore umano: il retaggio di tradizioni precolombiane, infatti, si mescola con modelli di vita occidentali. C’è una bellezza primordiale nei colori dei giorni e delle notti messicane; i suoni e le musiche evocano l’ignoto e il primitivo di un popolo antico e i suoi richiami sembrano attraversare lo spazio e il tempo per raggiungere il nostro animo e cullarlo. Questa terra è stata, per me, un amore e uno struggimento: è come riemergere dalle profondità di una terra dai grandi spazi, ma anche dall’esistenza di tempi antichi. Un momento particolare è racchiuso in una mia vecchia foto: raggi di sole piovono attraverso un cumulo di nubi sullo specchio d’acqua di un piccolo lago e tutt’intorno boschi, paludi popolati da un’infinità di animali selvatici.

Maura Mantellino



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