domenica 25 ottobre 2015

Il Garage e il Medico (Ermedico): Maura Mantellino

Ero una bambina minuta, gracile e soffrivo spesso di bronchite asmatica. Per me, i freddi inverni torinesi erano un periodo faticoso e spesso ero a letto con forti attacchi d’asma. Negli anni Settanta non vi erano ancora molti pediatri e i bambini venivano curati dal medico di famiglia. Il nostro medico si chiamava Giuseppe B. ed era soprannominato Papà Gambalunga perché amava i film di Fred Astaire e Ginger Roger e tutti i musical americani di quegli anni. Veniva spesso a visitarmi, mi trovava nel lettone dei miei genitori con accanto i miei giochi e qualche libro. A volte si fermava e mi raccontava qualche storia inventata sul momento, rimaneva accanto a me anche un’ora e quando andava via, sottovoce e sospirando, diceva in dialetto piemontese: -“ Povera cita!”-. Lo adoravo, era il mio dottore preferito, il mio eroe. Qualche anno più tardi, arrivarono a Torino dalla splendida città di Bari, i miei nonni e spesso rimanevo a casa loro soprattutto se avevo qualche linea di febbre. Il loro medico era il Dr. P. un bell’uomo, giovane, alto e molto professionale. Quando mi visitava, mi osservava con freddezza e, immancabilmente, mi prescriveva le iniezioni che io odiavo di tutto cuore. Mi ricordo un episodio emblematico: una sera, odiando ogni tipo di verdura, mi rifiutai di mangiare gli spinaci che mia nonna aveva cucinato e, alzandomi da tavola, dissi che stavo malissimo e che avevo dei fortissimi crampi allo stomaco. I miei nonni, spaventati, chiamarono d’urgenza il Dr. P. il quale arrivò, mi guardò in viso e disse:-“La bambina è molto malata, deve fare un ciclo di 20 iniezioni (due al giorno) per dieci giorni”-. Aveva capito il mio bluff e a viso duro aveva deciso di darmi una lezione. Ed io bambina di otto anni gli urlai dietro:-“ Dottore, lei è un emerito cretino!”- E faceva pure rima, in quanto il suo cognome finiva in …ino. Mia nonna rimase impietrita e cominciò a scusarsi per l’accaduto, il dottore senza scomporsi le rispose. - “Signora, nessun problema. Sua nipote deve mangiare la verdura ogni giorno e fare le iniezioni prescritte”- Io divenni una furia, cominciai a urlare che sarei scappata di casa e mi sarei lasciata morire di fame. I miei genitori, avvertiti dell’accaduto, chiamarono il vecchio Dr. B., il quale venne e, dopo avermi visitata, accuratamente mi disse:-“ Maura, se ci metti il parmigiano sopra gli spinaci sono buonissimi, e puoi mangiare anche le carote e le patate. Così non ti prescrivo nessuna medicina!”- Da allora ho mangiato spinaci, carote, patate e anche la frutta. Questo è un piccolo esempio del comportamento di due medici professionalmente molto bravi, ma con atteggiamenti diametralmente opposti. Uno sapeva farsi amare dal proprio paziente e ascoltava anche una bambina di otto anni, l’altro molto freddo e scostante andava avanti con il suo ricettario senza dare spazio al malato. Questo succedeva negli anni Settanta; oggi è tutta un’altra storia…

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