martedì 16 febbraio 2016

Progetto Polymath - Meraviglie nel paese di Alice

Progetto Polymath - Meraviglie nel paese di Alice:



"E l’Alice fu

Nonostante l’apparente caos del racconto, i due libri di Alice sono profondamente strutturati. Anzitutto, si articolano entrambi in una serie di 12 capitoli ciascuno, come i 24 preludi e fughe del Clavicembalo ben temperato di Bach o i 24 Preludi di Chopin.

Il poema che apre Alice usa per tre volte la parola little (che significa “piccola” e suona come “Liddell”) nella prima strofa, e racconta la fatidica gita sull’acqua. Il poema che conclude lo Specchio ritorna sull’argomento con nostalgia, e costituisce un acrostico: le prime lettere dei 21 versi formano il nome ALICE PLEASANCE LIDDELL, mentre ALICE compare per esteso all’inizio dell’undicesimo verso, nella strofa centrale che la descrive come “un perseguitante fantasma, mobile sotto il cielo, mai vista da occhi svegli”. I versi dell’ultima strofa si concludono con parole (stream, gleam e dream, “fiume”, “raggio” e “sogno”) che concludono anche, in ordine inverso, i versi della prima strofa del poema che apre Silvia e Bruno, il quale è a sua volta un doppio acrostico: le prime lettere dei 9 versi, e le prime parole delle 3 strofe, formano il nome di ISA BOWMAN.[2]


Alice Pleasance Liddell, 1858

Alice è ambientato all’esterno in estate, il 4 maggio 1859, giorno del settimo compleanno della bimba: e, infatti, sulla copertina della versione manoscritta che Dodgson le regalò era incollata una fotografia di lei a sette anni, scattata da lui stesso. Specchio è ambientato all’interno in inverno, a sei mesi esatti di distanza, il 4 novembre 1859: Alice ha dunque esattamente sette anni e mezzo, e Humpty Dumpty le fa notare che se qualcuno non le avesse dato una mano, cioè se il seguito della storia non fosse stato scritto, si sarebbe fermata a sette anni.In ciascuno dei due libri hanno un ruolo preminente i giochi: le carte e il croquet in Alice, e gli scacchi nello Specchio. Gli eventi di quest’ultimo costituiscono le mosse di una partita descritta nella prefazione, e Alice è un pedone bianco che attraversa l’intera scacchiera, interagendo sempre soltanto con pezzi che stanno in caselle adiacenti alla sua. Ruscelli e siepi separano fisicamente tra loro le caselle in orizzontale e in verticale, e il passaggio di Alice da una casella all’altra viene indicato nel testo da tre righe di puntini. Alla fine Alice raggiunge la sponda opposta della scacchiera, diventa regina, cattura la Regina Rossa e dà scacco matto al Re Rosso.

In entrambi i libri, oltre ad Alice, è presente Dodgson stesso. In Alice come Dodo, che deriva da “Do-do-dodgson” e allude alla sua balbuzie. In Specchio come il Cavaliere Bianco che, in un capitolo appropriatamente intitolato E' una mia invenzione, accompagna Alice a regina, cioè alla maturità, e si allontana tristemente. Altri personaggi che compaiono in entrambi i libri sono Re e Regine, il Cappellaio Matto e Dinah, il gatto delle sorelle Liddell (che nel finale si scopre era Humpty Dumpty, così come i due gattini bianco e nero con cui si apre e si chiude la storia erano le due Regine: per questo le poesie di Specchio parlano sempre di pesce)."



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