La scelta è la soluzione al non sentirsi inutili o
utilizzati.
Mi sono svegliato così stamattina e questo pensiero si sta
sempre più radicando dentro me.
Se siamo scelti non siamo noi a prendere la decisione.
Ogni passo che facciamo, ogni
scelta che facciamo, ci accompagna verso l’eternità o la mortalità. Sta a noi
decidere che scelta fare. La scelta è prettamente personale
(Sant’Agostino)
Sembra ogni giorno complesso, difficile da districare il
modo in cui ognuno può arrivare a capire quale è il capo giusto da tirare per
far districare la matassa e trovare quell’unico filo legato al castello di
carta, che lo farà crollare. Ma è anche vero, penso, che se tiri con forza la
matassa tutto quello che sta intorno ad essa, compreso il castello, crolla.
Quando il groviglio è interno allo stesso castello allora la questione è ancora
più facile. Tutto sembra più intuitivo e privo di ogni consequenzialità logica.
Tutto quello che devi fare è tirare un filo. Con forza, che si riporti dentro
la matassa. E crollerà.
La domanda che adesso ci si pone è se quel castello siano le
tue contingenze interne o esterne: quelle che senti vicine al cuore o quelle
alle quali sei legato con la mente. Ma se gli affetti sono veri e non turbati
da una falsa verità che aleggia e che viene riflessa come la verità prima,
allora non ti devi preoccupare. Quelle parti del castello sono salve. Sono
radicate per terra con forti fondamenta, con fondazioni di cemento.
La sovrastruttura esterna, quella alla quale sei legato,
spesso per volere altrui, hai facilità a demolirla. A distruggerla. Analizza
bene se è quello che vuoi, ma se capisci che quella struttura di carta non ti
serve per salire sopra e guardare più lontano, ma ti oscura solamente il sole,
allora tira quel filo, allontanati e distaccati.
A costruire un castello di carta non ci vuole niente.
#sigluce
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